Il blog della 3^ Media del Don Bosco PN

20 febbraio 2008

FERNANDO TORRES

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Fernando José Torres Sanz (Fuenlabrada, 20 marzo 1984) è un calciatore spagnolo. È soprannominato El Niño (il ragazzino) vista la sua giovane età. Alto 186 cm per un peso forma di 78 kg è dotato di buona tecnica, è uno dei centravanti più forti d’Europa in prospettiva futura. Cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Atlético de Madrid, era, nonostante la giovane età, il capitano dei colchoneros, termine con il quale vengono indicati i giocatori della squadra. Fernando Torres fece il suo debutto per l’Atlético de Madrid nel 2000. È stato il più giovane debuttante nella storia dell’Atletico Madrid, oltre ad essere il più giovane calciatore a segnare un gol per la Nazionale spagnola. La giovane età e le grandi capacità dell’attaccante hanno da sempre scatenato delle insistenti voci di mercato. I giornali hanno fatto circolare voci di offerte (poi rivelatesi infondate) da parte del Chelsea FC e del Manchester United per accaparrarsi l’attaccante. Nel mercato di riparazione di gennaio 2006, l’Atletico Madrid ha stupito gli addetti ai lavori ponendo il giocatore sul mercato con un prezzo vicino ai 40 milioni di Euro. Sembrava che il Tottenham Hotspur fosse stata l’unica società ad avvicinarsi a tale cifra, con un’offerta di 30 milioni di euro, voce comunque non confermata ufficialmente. A marzo dello stesso anno invece, il presidente dell’Atletico ha confermato l’esistenza di un’offerta da parte del Newcastle United per acquistare il giocatore. In Italia il suo nome è stato spesso affiancato a grandi squadre e complesse operazioni di mercato, soprattutto al Milan che dall’Atletico Madrid può vantare diversi crediti per acquisti e prestiti passati (Javi Moreno, Cosmin Contra), ma nessuna società si è mai fatta avanti con una reale offerta, almeno non in via ufficiale. Dopo il suo ottimo mondiale (4 presenze e 3 reti, come il compagno di reparto David Villa) sono state fatte molte ipotesi per il suo futuro, ma la clausola rescissoria (di circa 40 milioni di euro) è stato un deterrente, per molte squadre, dal suo acquisto.Ma il 3 luglio 2007 il Liverpool è riuscita ad acquistare il campione spagnolo per la cifra record di 36 milioni di euro.

FRANK LAMPARD

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Frank James Lampard jr. (Romford, 20 giugno 1978) è un calciatore britannico, centrocampista centrale del Chelsea e della Nazionale inglese. Giocatore dotato di buon senso del gol nonostante ricopra il ruolo di centrocampista, prevalentemente offensivo, nel 2005 fece registrare 164 partite consecutive, terminate nella fase di riscaldamento di un match contro il Manchester City. Si tratta di un’impresa notevole se si pensa che giocatori che hanno superato le 100 partite consecutive sono per lo più portieri. Rapido nelle giocate e negli inserimenti in area avversaria, dotato di ottimo senso della posizione e di fondamentali di valore, è diventato in poco tempo uno dei punti fermi del Chelsea e della Nazionale d’Inghilterra.Nato e cresciuto a Romford, un borough dell’East End londinese, proveniente da una famiglia di calciatori di successo (è figlio di Frank Lampard Sr. e nipote di Harry Redknapp, che giocarono entrambi nel West Ham negli anni settanta, nonché cugino di Jamie Redknapp, che vinse la Coppa UEFA nel 2001 con il Liverpool), anche Frank Lampard jr. si è formato nelle giovanili del West Ham, squadra con la quale esordì nel calcio professionistico e nella quale rimase fino al 2001 (a parte un brevissimo prestito semestrale ai gallesi dello Swansea), riuscendo anche a vincere la Coppa Intertoto del 1999. I maggiori successi sportivi di Lampard sono, tuttavia, legati al Chelsea, il club che lo rilevò dal West Ham: su tutti i due titoli consecutivi di campione d’Inghilterra (2004/05 e 2005/06) e la Coppa di Lega inglese.

PODOLSKI

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Lukas Podolski (Gliwice, 4 giugno 1985) è un calciatore tedesco di origine polacca che gioca come attaccante nel Bayern Monaco.

Cresciuto nel Colonia, ha esordito in prima squadra giovanissimo, nel 2003, segnando ben 10 reti, ma senza poter evitare la retrocessione del Colonia, terminato ultimo in campionato. Nel 2004-05 ha giocato in seconda divisione, vincendo la classifica cannonieri e guidando alla conquista del campionato e quindi alla promozione la sua squadra. Nella stagione 2005-06 ha disputato 25 partite segnando 12 gol in Bundesliga, ma nonostante ciò il Colonia è stato nuovamente retrocesso. Si è trasferito al Bayern Monaco nel giugno 2006.

Con la nazionale tedesca è arrivato terzo ai Mondiali 2006, segnando 3 gol e conquistando il premio di Miglior Giovane del Mondiale.

19 febbraio 2008

WAYNE ROONEY

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Wayne Mark Rooney (Liverpool, 24 ottobre 1985) è un calciatore britannico che ricopre il ruolo di attaccante. Formatosi nel calcio di strada, è dotato di notevole talento naturale, cui fa da contraltare un carattere talvolta bizzoso. Talento cristallino, esordì appena sedicenne in Premier League. La prima stagione all’Everton (2002-2003) è ottima: da debuttante segna 6 gol in 33 partite, non partendo quasi mai da titolare. Il suo esordio con la maglia dell’Everton risale all’agosto 2002, nella partita contro il Tottenham. Solo tre mesi prima aveva guidato la squadra primavera alla finale di FA Cup di categoria. Due mesi dopo l’esordio arriva il primo gol. Rooney lo segna in acrobazia durante l’ultimo minuto della gara contro l’Arsenal, interrompendo così il record di 30 giornate senza sconfitte dei londinesi. A fine stagione avrà messo a segno sei reti. La sua seconda stagione con l’Everton è fatta di alti e bassi. Rooney, ormai titolare, deve aspettare fino a Natale per il primo gol, ma dopo essersi sbloccato contribuisce a una lunga striscia di risultati positivi. Alla fine colleziona 34 presenze e nove reti in campionato e negli ultimi giorni del mercato estivo passa al Manchester United per la cifra di 39 milioni di euro, firmando un contratto di sei anni.  Attualmente è un punto fermo del Manchester United e della nazionale inglese. Il 30 aprile 2006 si frattura un piede nella partita contro il Chelsea mettendo a rischio la sua partecipazione al campionato del mondo 2006, salvo poi recuperare grazie a una repentina riabilitazione. Nella stagione successiva Rooney contribuisce con 14 reti alla conquista del sedicesimo titolo inglese del Manchester United, il primo del giovane talento. Nella prima partita della stagione 2007 si frattura di nuovo il piede destro. Rooney passerà alla storia, infatti è stato il secondo più giovane giocatore a debuttare con l’Inghilterra, ad appena 17 anni e 111 giorni nel febbraio 2003, dietro a Theo Walcott. Wayne ha subito dato prove molto convincenti, che hanno indotto l’ex tecnico della nazionale inglese Sven-Göran Eriksson a convocarlo ancora, e alla quarta convocazione ripaga il tecnico inglese con un gol, che costituisce un altro record. Infatti Rooney diventa il più giovane giocatore inglese ad avare segnato un gol in nazionale: abbassa la soglia del record a 17 anni e 317 giorni, in una partita di qualificazione agli europei contro la Macedonia. Divenuto titolare, Rooney segna altri importanti gol nelle qualificazioni, e durante gli europei fa brillare la sua stella con due doppiette, contro la Svizzera e la Croazia, determinanti per il passaggio del turno. Infortunatosi ai quarti di finale ad un ginocchio, l’Inghilterra perde contro il Portogallo ed esce dalla competizione europea. Il bottino di Wayne è quindi di 4 reti in altrettante partite. Dopo l’infortunio patito in campionato contro il Chelsea, sembrava che Rooney non avrebbe partecipato al Mondiale 2006. Eriksson, invece, sceglie di convocarlo: Wayne compie un recupero lampo e si presenta in campo già nella seconda partita, contro Trinidad e Tobago, e sostituisce Michael Owen a metà del secondo tempo. Il Mondiale di Rooney termina però, come quello dei Leoni, con una grossa amarezza: l’espulsione, contestata, nei quarti di finale contro il Portogallo, per aver calpestato i testicoli del giocatore portoghese Ricardo Carvalho. L’Inghilterra, in 10 uomini, resisterà fino ai rigori, dove i lusitani si dimostrano più freddi e vincono 3-1.

17 febbraio 2008

THOMAS RAVELLI

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Thomas Ravelli (Växjö, 13 Agosto 1959) è un ex calciatore svedese che ha giocato come portiere negli anni ’80 e ’90.

Ravelli è stato in attività tra il 1981 e il 1998 ed ha giocato nel campionato svedese con Göteborg e Östers vincendolo per sei volte con la prima e due con la seconda. Vanta oltre 430 presenze nel campionato svedese.

Ha il maggior numero di apparizioni in nazionale con 143 presenze. Il suo esordio è avvenuto il 15 febbraio del 1981 in Finlandia-Svezia 2-1 e successivamente ha disputato i campionati del mondo in Italia del 1990, Euro 1992, ed USA 1994 dove la Svezia concluse al terzo posto con la medaglia di bronzo.

  • Anche suo fratello gemello Andreas è stato un calciatore professionista nel ruolo di difensore.
  • Ravelli è sposato con tre figli.
  • Il portierone svedese è stato uno dei migliori pararigori degli anni 90.

DIEGO ARMANDO MARADONA

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Diego Armando Maradona Franco (Lanús, 30 ottobre 1960) è un ex calciatore argentino. Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d’Oro), è generalmente considerato con il brasiliano Pelé il miglior giocatore nella storia del calcio. Alla fine del 2000 è stato eletto miglior calciatore del secolo dalla FIFA a pari merito con Pelé. Il suo fisico (tozzo e di bassa statura) non portava minimamente a pensare che il suo estro, la sua fantasia e la padronanza nel gestire le situazioni di gioco potessero portare a vincere qualsiasi partita, facendo fede al suo piede sinistro, a detta di tutti capace di calciare traiettorie spesso inimmaginabili e imprevedibili. Maradona iniziò a giocare a calcio nella squadra del padre, l’Estrella Roja, di cui Diego era il talento più apprezzato. L’antagonista più acerrima era la squadra del miglior amico di Maradona: Goyo Carrizo. Fu proprio questi a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell’Argentinos Juniors di Buenos Aires. Entrò così a far parte delle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile dell’Argentinos. In maglia azzurra Maradona raggiunse l’apice della celebrità, portando il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo. Grazie ad un’ottima squadra e alla sua guida, il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato 1986/87 (allenatore Ottavio Bianchi), stagione memorabile anche perché dopo ben trentadue anni il Napoli riuscì a battere di nuovo la Juventus al “Comunale” di Torino. Il 10 maggio 1987 il Napoli conquistò matematicamente il suo primo scudetto. La città intera si abbandonò all’euforia ed alla festa. Maradona fu protagonista assoluto dell’impresa e coronò il sogno di vincere un titolo fino ad allora solo immaginato da tifosi e addetti ai lavori. Il Napoli vinse anche la sua terza Coppa Italia, vincendo tutte le gare, comprese le due finali disputate contro l’Atalanta. L’accoppiata scudetto/coppa fu un’impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus. Nella stagione (1987/88) il Napoli partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, ma uno sfortunato sorteggio mise contro gli azzurri il Real Madrid: i partenopei uscirono battuti dal Bernabeu per 2-0 (con lo stadio surrealmente vuoto per via di un provvedimento disciplinare), e pareggiarono per 1-1 la gara di ritorno abbandonando subito le ambizioni europee.
In campionato il Napoli dominò fino alla ventesima giornata mantenendo cinque punti di vantaggio sulla seconda, ma inaspettatamente gli azzurri crollarono facendosi superare (perdipiù in casa) dal Milan di Sacchi.Il clamoroso crollo della squadra partenopea diede adito a qualche sospetto di “combine” mai però provato. Maradona fu comunque capocannoniere del torneo con 15 reti all’attivo. Nel (1989) il Napoli concluse il campionato ancora al secondo posto, dietro l’Inter dei record, ma vinse la Coppa Uefa (primo titolo internazionale) dopo aver battuto nella doppia finale lo Stoccarda (2-1 all’andata e 3-3 al ritorno) e dopo aver superato avversari blasonati come la Juventus e il Bayern Monaco (che sei mesi prima aveva clamorosamente eliminato l’ Inter) ed anche in quel torneo l’apporto di Maradona fu determinante, soprattutto nelle gare più importanti con assist, goal e invenzioni spesso decisivi. Nella stagione 1989/90 a Bianchi subentrò Albertino Bigon. Maradona non giocò le prime partite della stagione e venne sostituito da Gianfranco Zola, ma rientrò ben presto in squadra ritrovando l’amore dei tifosi. Il campionato fu “avvelenato” da molte polemiche per episodi che parvero sfavorire il Milan – secondo alla fine del torneo – ma il titolo di campione d’Italia fu riconquistato dal Napoli con Maradona pronto a presentarsi ai Mondiali fregiandosi del titolo di campione d’Italia.

16 febbraio 2008

ZICO

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King’ Arthur Antunes Coimbra , meglio noto come Zico, (Rio de Janeiro, 3 marzo 1953) è un ex calciatore e allenatore di calcio brasiliano. Considerato uno dei migliori talenti del calcio mondiale nel corso degli anni ottanta, partecipò a diverse edizioni del Mondiale, intraprendendo poi fruttuosamente la carriera di allenatore. Nato in Rio de Janeiro, dotato di un fisico gracile, ha ampiamente sopperito a questo limite con una tecnica sopraffina. Estremamente rapido, dotato di un tiro ottimo e di una visione del gioco notevole, poteva giocare indifferentemente come centrocampista avanzato o seconda punta. Nel periodo 1975-1986 è stato senza dubbio il giocatore brasiliano più popolare ed uno degli attaccanti più forti del mondo: vinse difatti per ben tre volte il Pallone d’Oro sudamericano (1977, 1981 e 1982) e per 11 volte consecutive la classifica come miglior marcatore. In Brasile il suo nome è legato al Flamengo squadra con la quale ha vinto, segnando ben oltre 600 gol, Campionati di calcio brasiliano, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale, ma è ricordato in Italia anche per i due campionati di calcio disputati con la squadra dell’Udinese, realizzando 22 gol pur avendo disputato solo 39 partite, classificandosi secondo nella classifica dei marcatori nella stagione 1983/1984 dietro al grande Michel Platini. Grazie a lui l’ Udinese visse uno dei momenti migliori della sua storia: grazie a Zico risalì in classifica dal sesto al terzo posto insieme alle grandi del calcio, ma in seguito ad un infortunio a fine stagione giunse solo nona. Nel 1983, la vicenda dell’acquisto da parte di una squadra cosiddetta provinciale di un giocatore di caratura mondiale aveva suscitato notevole scalpore, dovuto anche al prezzo sborsato dalla società friulana che poteva contare sul potere economico della Zanussi, e causato una piccola rivolta tra i tifosi brasiliani. Con la nazionale di calcio brasiliana partecipò a tre edizioni dei Campionati mondiali di calcio: nel 1978, nel 1982 e nel 1986, senza riuscire però a vincere la competizione. In totale con i verdeoro ha giocato 72 partite ufficiali segnando 52 goal (quarto miglior marcatore di sempre della nazionale brasiliana), contando anche le partite non ufficiali giocate il suo totale sale a 88 presenze e 66 goal. La specialità di Zico erano i calci piazzati:nella sua carriera ha disegnato traiettorie ai limiti delle leggi della fisica;molti tifosi aspettavano proprio che ci fosse una punizione per vedere all’azione Arthur.La palla “accarezzata”dal piede si andava a infilare spesso nella porta, prima di rimanere quasi sospesa nell’aria qualche istante. Ritiratosi dalle competizioni nel 1994, dal 2002 al 2006 ha allenato la nazionale di calcio giapponese, che ha condotto a una brillante vittoria nella Coppa d’Asia 2004 e poi ha portato alla qualificazione ai Mondiali 2006. Purtroppo la sua selezione ha ottenuto scarsi risultati in terra tedesca (1 punto nello 0-0 contro la Croazia) ed è stata eliminata al primo turno. Ora è stato ingaggiato come allenatore dal Fenerbahçe, succedendo a Christoph Daum. Al suo primo anno sulla panchina dei gialloblu di Istanbul ha subito dominato il campionato turco vincendo il titolo 2006-2007. In Turchia ha portato il suo connazionale Roberto Carlos, nella speranza di aiutare la sua squadra a fare un buon cammino europeo nella Champions League 2007/2008.

Pelé

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Pelé – pseudonimo con cui è universalmente noto Edison Arantes do Nascimento – (Três Corações, 23 ottobre 1940) è un ex calciatore e politico brasiliano. Pelé è considerato dalla maggior parte degli addetti ai lavori il più grande atleta ad aver mai calcato un campo di calcio. Il soprannome Pelé deriva a Edison Arantes dai tempi della scuola, quando fu così chiamato da un suo compagno; sebbene egli non abbia mai nascosto di non gradirlo, esso rimane l’appellativo con cui è stato consegnato alla storia del calcio, assieme a quelli di altri calciatori di primissimo piano come per esempio i suoi compagni di nazionale Didì e Vavá, campioni del mondo nel 1958 e nel 1962. In realtà, Pelé ha sempre ricordato con orgoglio come il suo vero nome – con il quale vorrebbe essere chiamato – cioè Edison, gli sia stato imposto in onore di Thomas Alva Edison. Talento precoce, capace di sconvolgere le difese avversarie già a quindici anni, Pelé possedeva un dribbling ubriacante e un tiro formidabile per potenza e precisione. Non era altissimo, ma disponeva di un tempismo perfetto e di una straordinaria elevazione che lo rendeva estremamente temibile anche nei colpi di testa (e di testa segnò goal importanti anche ai Mondiali). Aveva una visione di gioco straordinaria e una spiccata capacità di leggere la partita, tipica dei grandi campioni. Era perfettamente ambidestro ed eccelleva in quanto a doti acrobatiche. Era inoltre molto dotato da punto di vista atletico: era in grado di fare i 100 metri in 11 secondi. Il suo repertorio era completo come forse nessun altro giocatore nella storia di questo sport. Con la nazionale brasiliana fu l’unico a vincere tre edizioni dell’allora Coppa Rimet (nel 1958, 1962 e 1970). Il suo goal realizzato alla Svezia nella Finale del 1958 è considerato il miglior gesto tecnico realizzato in una finale di un campionato del mondo. La dichiarazione di Alessandro Del Piero: Pelé. Come diavolo avrà fatto, mi chiedo, a segnare 1281 goal? Cioè quelli che ho fatto io, più un’altra ottantina, più mille. È una cosa disumana … Un numero 10, per inciso.Le coppe vinte dal brasiliano sono:

  • Campionati del Mondo: 3 (Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970)
  • Coppe Intercontinentali: 2 (Santos 1962 1963)
  • Coppe Libertadores: 2 (Santos 1962, 1963)
  • Supercoppa dei Campioni Intercontinentali: 1 (Santos 1969)
  • Coppe del Brasile: 5 (Taça Brasil) (Santos 1961 – 1965)
  • Torneo Roberto Gomes Pedrosa: 1 (Santos 1968)
  • Tornei Interstatali Rio-San Paolo: 3 (Santos 1959, 1963, 1964)
  • Campionati dello Stato di San Paolo: 11 (Santos 1956, 1958, 1960 – 1962, 1964, 1965, 1967 – 1969, 1973)
  • Campionato NASL: 1 (Cosmos 1977)
  • Pallone d’Oro sudamericano: 1 (1973)
  • MVP Campionato NASL 1976
  • Capocannoniere Copa America 1959
  • Capocannoniere Campionato Paulista: 11 (Santos 1957, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962, 1963, 1964, 1965, 1969, 1973)
  • Eletto dal CIO “Atleta del Secolo” nel 1999
  • Eletto dalla FIFA “Calciatore del secolo” nel 2000 (premio condiviso con Diego Armando Maradona)

15 febbraio 2008

FACCHETTI

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Giacinto Facchetti (Treviglio, 18 luglio 1942 – Milano, 4 settembre 2006) è stato un calciatore e dirigente sportivo italiano, già capitano della Nazionale di calcio italiana e difensore dell’Inter. Iniziò la carriera nella squadra di calcio del suo paese natale, la Trevigliese, nel ruolo di attaccante. Venne scoperto da Helenio Herrera che lo portò all’Inter per il finale di stagione 1960-1961, trasformandolo in terzino. Il cambio di ruolo fu la chiave di volta per la carriera di Facchetti, che si affermò come uno dei più importanti difensori della storia del calcio italiano. Il suo esordio in Serie A avvenne il 21 maggio del 1961, in un Roma-Inter conclusosi con la vittoria dei nerazzurri per due a zero. Nonostante il giovane Facchetti non avesse disputato un buon incontro, l’allenatore Herrera lo incoraggiò con una dichiarazione che successivamente si rivelò di buon auspicio per il calciatore:Questo ragazzo sarà una colonna fondamentale della mia Inter. Facchetti divenne uno dei cardini della cosiddetta “Grande Inter” che si aggiudicò la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965 e il campionato italiano nel 1963, 1965, 1966 e 1971. Con la squadra nerazzurra vinse anche due Coppe Intercontinentali ed una Coppa Italia. Abile marcatore e discreto incursore d’area (con l’Inter in 634 partite realizzò 75 gol: fu nel 1965-66 il primo difensore italiano a segnare 10 reti in un campionato), il terzino bergamasco nella sua carriera fu sempre fedele all’Inter diventandone una delle bandiere storiche. Verso la fine della carriera venne schierato anche come libero. Come giocatore si rivelò fondamentalmente corretto in campo: venne espulso solo una volta nell’arco di tutta la sua carriera. In Nazionale, Facchetti esordì il 27 marzo 1963 in un incontro valido per la qualificazione all’Europeo dell’anno successivo disputato ad Istanbul contro la Turchia (vinse l’Italia 1-0). Da allora disputò un totale di 94 match con gli azzurri, record superato solo da Dino Zoff, Paolo Maldini e Fabio Cannavaro. Vinse da capitano gli Europei del 1968 e arrivò secondo dopo la storica vittoria per 4-3 sulla Germania Ovest ai Mondiali di Messico 1970. Lo stesso anno in cui Facchetti diede addio al calcio ebbe l’opportunità di fare il dirigente accompagnatore dell’Italia durante i Mondiali argentini del ’78. Dopo esser divenuto rappresentante all’estero per l’Inter, divenne Vicepresidente dell’Atalanta, per poi tornare dai nerazzurri di Milano durante la presidenza di Massimo Moratti col il ruolo di Direttore Generale. Divenne Vicepresidente dopo la morte di Giuseppe Prisco e, infine, Presidente il 19 gennaio 2004, dopo le dimissioni di Massimo Moratti. Da Presidente dell’Inter, ha vinto 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane di calcio e 2 scudetti, sempre con l’Inter (il primo a seguito dello scandalo di Calciopoli, il secondo sul campo a seguito di un campionato record dove l’Inter schianta tutti gli avversari). Gli ultimi suoi acquisti presentati da lui sono stati Luis Figo e Zlatan Ibrahimovic L’ultimo riconoscimento tributatogli è stato il Golden Foot, premio assegnatogli qualche giorno prima della sua morte, come uno dei più grandi calciatori di sempre assieme a Raymond Kopa, Alcides Ghiggia, Zico e Ferenc Puskás.

BECKENBAUER

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Franz Anton Beckenbauer (Monaco di Baviera, 11 settembre 1945) è un ex calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo tedesco. Soprannominato “Kaiser” (Imperatore), ha giocato nel ruolo di libero nel Bayern Monaco (1964-1977) e nei New York Cosmos (1977-1980), per poi concludere la carriera in patria con l’Amburgo (1980-1982). Pilastro anche della Nazionale tedesca, con i panzer collezionò 103 presenze, condite da 14 gol. È considerato uno dei migliori calciatori, per classe ed eleganza, del XX secolo. Nel suo palmarés annovera 4 campionati nazionali tedeschi, 3 Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, 4 Coppe di Germania e 3 campionati nordamericani. Con la Nazionale fu campione del mondo nel 1974, vice campione nel 1966 e giunse terzo nel 1970 nella celeberrima semifinale vinta per 4-3 dalla nazionale italiana. Nel 1972 si aggiudicò anche gli Europei e nello stesso anno conquistò il Pallone d’Oro, successo quest’ultimo che avrebbe poi ripetuto nel 1976, anno in cui sfiorò il bis agli europei perdendo ai rigori la finale con la Cecoslovacchia. Appesi gli scarpini al chiodo, divenne allenatore e dal 1984 al 1990 fu commissario tecnico della Nazionale arrivando secondo al campionato del mondo 1986 e vincendo quelli del 1990, svoltisi in Italia. Inserito da Pelé all’interno del FIFA 100 (la speciale graduatoria che include i più grandi calciatori di tutti i tempi), è l’attuale presidente del Bayern Monaco. Per i Mondiali del 2006, giocati proprio in Germania, è stato presidente del Comitato organizzatore. All’inizio della Coppa del Mondo, ritenendo che l’inchiesta Calciopoli potesse condizionare il comportamento dei giocatori della Nazionale azzurra, affermò che l’Italia avrebbe “pagato in campo per lo scandalo di calciopoli“; in seguito, tuttavia, l’Italia conquistò il Mondiale battendo in semifinale proprio la sua Germania. Franz Anton Beckenbauer vinse le rispettive coppe:

  • 5 Campionati tedeschi (Bayern Monaco: 1968/69, 1971/72, 1972/73, 1973/74 Amburgo: 1981/1982)
  • 3 Coppe dei Campioni (Bayern Monaco: 1973/74, 1974/75, 1975/76)
  • 1 Coppa Intercontinentale (Bayern Monaco: 1976)
  • 1 Coppa delle Coppe (Bayern Monaco: 1966/67)
  • 4 Coppe di Germania (Bayern Monaco: 1965/66, 1966/67, 1968/69, 1970/71)
  • 3 Campionati nordamericani (New York Cosmos: 1977/78, 1978/79, 1979/80)
  • 1 Campionato del Mondo (1974)
  • 1 Campionato Europeo (1972)
  • 2 Palloni d’Oro (1972, 1976)
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